Pakelo Magazine: Paolo Caprioni, a spasso in Africa con una KTM LC8
https://pakelo.com/it/pakeloheroes/paolo-caprioni
Paolo Caprioni è l’Hero che non ti aspetti, o meglio, quello che tutti vorrebbero essere se non si facessero fregare dalla vita di ogni giorno. Dieci anni fa Paolo, professione hair stylist, e suo fratello Stefano decidono di partecipare all’Hellas Rally in sella a due KTM LC8 di serie. Partono da Ferrara, s’imbarcano ad Ancona, sbarcano in Grecia per associarsi poi ai partecipanti dell’Hellas Rally con un ritmo di gara tra i 160-250 km di speciale al giorno moltiplicato per sette. Zero assistenza, zero preparazione atletica. Finito il Rally Stefano e Paolo tornano con due cose in testa: 1. Fondare un team di bicilindrici, 2. Modificare la KTM di serie per renderla più competitiva. Stefano diventa lo sviluppatore ufficiale del team impegnato a rendere più performante la moto, Paolo l’ariete che sfonda le porte di tutti i rally raid d’Europa superando i limiti, non senza fatica, non senza sacrificio. Nel giro di qualche anno fondano il Team Kapriony e avviano i progetti “Zaira” ed “Elvira” prototipi di bicilindrici su base KTM che attirano l’attenzione dei media.
Spostando il limite, un rally alla volta
Dopo aver sondato le sabbie marocchine al Tuareg Rallye, nel 2017 il team nato quasi per scherzo ma cresciuto con grande impegno dei due fratelli Caprioni e di Giampiero Zanelli, si trova di fronte alla sfida delle sfide: l’Africa Eco Race. 6000 km tra Marocco, Mauritania e Senegal di cui molti di speciale, nella lunga via verso Dakar. La Dakar dei sogni, la Dakar dei campioni un po’ folli come Fabrizio Meoni che hanno deciso di affrontare in sella a un bicilindrico, potente e veloce nei tratti rocciosi, ma goffo elefante tra le dune di fesh fesh: la temibile sabbia della Mauritania.
Pakelo lavora con il team dai tempi del Tuareg Rallye quando insieme testano l’olio Krypton Racing MBK SAE 10W-50. La prova I.C.P. sull’olio esausto del Tuareg è un successo sia in termini di mantenimento della viscosità alle alte temperature, sia per i bassi livelli di silicio riscontrati (simbolo che la meccanica ha lavorato bene). Per questo motivo Stefano Caprioni e il preparatore Fabio Zanone scelgono la stessa viscosità anche per l’Africa Eco Race e armati di tanto (ma tanto) Brake Cleaner MBK, il pulitore parti meccaniche, si avviano alla competizione che cambierà per sempre la loro prospettiva. L’Africa Eco Race è durissima per Paolo, si rompe un polso e il serbatoio della benzina si rivela sempre troppo piccolo per coprire le speciali. La fatica fisica si accumula di giorno in giorno e si fa a tratti insopportabile. Pensa anche di mollare, ma la testardaggine non glielo permette e all’improvviso ecco lo schiudersi dei famosi 22 km prima del traguardo, quelli che costeggiano la spiaggia alle porte di Dakar. 22 km che parlano di conquista e libertà. Paolo decide di non partecipare mai più ad un’Africa Eco Race, salvo poi smentirsi puntuale ogni Dicembre quando il Mal d’Africa si fa più sentire e la sua voglia di vincere lo porta all’imbarco di Monaco pronto a partire, pronto a spostare il suo limite ancora un po’ più lontano.